Gabriel
sottotitolo italiano: la furia degli angeli.
Si tratta di un film, mai uscito nelle sale cinematografiche italiane, e al quale è stato affibbiato un sottotitolo superficiale e fuorviante, che non c'entra niente con la poetica e la narrazione del film stesso.
E' un "movie" australiano, interprete principale, nella parte dell'arcangelo Gabriele, Andy Whitfield, lo stesso interprete di Spartacus sangue e sabbia,
L'attore è morto l'anno scorso... e secondo me, abbiamo perso una stella nascente del panorama cinematografico internazionale.
Nel film in questione, si narra di un posto, dove ne bene, ne male, hanno il predominio, ma se lo stanno contendendo...
Questo posto è il purgatorio, ma assomiglia maledettamente alla nostra
società, alla nostra terra, al nostro mondo.
A quanto pare, con l'avvento di Satana in persona, le sorti dello scontro per quel mondo, sembrano aver preso una direzione univoca ed oscura.
Il penultimo arcangelo(di sette) ad essere stato mandato laggiù, dall'alto dei cieli, è Michele, che nel film originale è chiamato Samaele.
Ogni arcangelo che viene "spedito" in purgatorio, per farlo, cade,
decade a qualcosa di più vulnerabile, perde sostanza divina, e deve imparare a "mescolarsi", gioco forza in quanto costretto, con l'ibrido risultante di quel posto, recependone in pieno anche l'essenza del peccato e del male.
Ognuno di loro, arriva a conoscere e sentire la paura, la rabbia, l'abbandono, che mai gli sono appartenuti, e che finiscono per metterli a dura prova, durissima.
Quando inizia il film, infatti, assistiamo alla caduta onirica ed effettiva dell'essenza angelica di Gabriel, che pian piano perde parte dei ricordi, o meglio, delle sensazioni soavi del paradiso, e della sua purezza, e nel processo di "avvicinamento" al suo nuovo stato, riepiloga, per non dimenticarli, i nomi dei suoi predecessori, che, non mandano più attraverso la loro luce, messaggi e notizie in paradiso, e per cui hanno determinato anche il suo intervento,
deciso dall'alto.
Remiele, Uriele, Amitiele, Iduriele, Raffaele, Michele... nell'ordine prima di lui, sono "caduti" in questo posto oscurato al cielo e nel cielo che lo sovrasta, e non se ne sentono più le tracce attraverso la luce divina.
Piano piano, la ricerca di Gabriele, porta a scoprire cosa ne è stato degli altri fratelli arcangeli.
Il primo ad essere incontrato è Uriele, un eremita ubriacone, nascosto nella sua roulotte, ai margini della civiltà, sotto una coltre di paura e rassegnazione.
La manifestazione angelica di ognuno di questi personaggi, avviene attraverso il cambio di colore degli occhi, quando diventano azzurri, essi rivelano la loro natura angelica, ed il loro potere e potenziale che attinge alla forza della luce.
Gabriele ancora permeato pienamente dalla luce di dio, riesce a riconoscere nell'intimo, nascosto dalla "scorza" umana, la luce nascosta degli arcangeli.
Cominciando dall'incontro con Uriele scopre e chiarisce, in parte, gli ultimi avvenimenti, almeno per quanto è dato sapere a quest'ultimo.
Remiele, il primo inviato è probabilmente morto, sicuramente sopraffatto dal cambiamento e dalla solitudine, e lui, Uriele, il secondo inviato, per evitare la stessa fine irrimediabile, ha imparato a nascondersi e a reprimere completamente la sua aurea angelica, visto che se si muore in quel posto, nel purgatorio, lontani dalla grazia divina, si muore definitivamente, e si smette di
esistere, anche per un figlio di dio.
Proprio quell'aurea, quella luce, ancora così forte in quel luogo, per ogni arcangelo appena disceso, rivela alle forze demoniache, la venuta di un "guerriero" dell'alto, e ne determina subito la presenza.
Nel corso della sua ricerca, e della sua missione, Gabriele scopre dove è finita Amitiele, scesa in forma di donna, e quale sia stata la sua sorte, già accennatagli da Uriele.
A quanto pare, costei è stata la prima a sfidare Satana, venendo sconfitta.
Il prezzo di tale sconfitta è stata il dover scegliere se morire, o perdere la luce definitivamente, trasformandosi in anima umana, in tutto e per tutto.
Amitiele, da quel momento diventa semplicemente una donna di nome Jade, alla mercé di uno dei demoni di Satana, Asmodeus, e finisce nella "morsa" della tossicodipendenza e della prostituzione, della depressione e della mancanza di speranze.
L'incontro con Gabriele, porta una sorta di redenzione in Jade/Amitiele(Samantha Noble, un'attrice di un fascino particolare), i due si innamorano, anche per via del sentimento innato che come angelo, Gabriele non può far a meno di provare per colei che amava già come sua "sorella", ma in questo modo, Gabriele comincia a scoprire il suo essere umano, il provare attraverso quel tipo di esistenza, il rapporto con la realtà ed i vari sentimenti.
"Chi ti manca è Amitiele, non io..."
Invece Gabriel, proverà rabbia e determinazione cieca, quando Jade verrà minacciata da biechi demoni e anime corrotte, e ucciderà senza nessun ripensamento, non nel nome della luce, ma nel nome della propria scelta di vendetta, e nella sua volontà di proteggere Jade, come solo un uomo innamorato follemente, può fare.
Incontrerà Iduriele e Raffaele, sperando di poter ricostruire una forza "celeste" da opporre a Satana e i suoi seguaci.
Purtroppo Iduriele riesce a sopportare la sua "resa" a quel mondo, dando da mangiare ai bisognosi e dedicandosi ai poveri, ma nascondendosi da ciò che ritiene più forte di lui, specie dopo la scomparsa di Michele, ultima speranza di vittoria, in quanto anche l'arcangelo più potente mandato dal cielo.
In realtà Iduriele sta anche curando di nascosto le gravi ferite di Raffaele, ancora deciso a combattere, nonostante la sconfitta appena subita, ma costretto a nascondersi, anche lui dentro l'uomo che lo raffigura, per poter recuperare forza e soprattutto speranza.
Una speranza che sembra tornare all'incontro con Gabriele... ma...
Tutti i movimenti di Gabriele, hanno permesso a colui che è il capo dei demoni maggiori, di scoprire dove fossero finiti gli altri arcangeli ancora nascosti,
ed uno ad uno, li uccide, o li fa uccidere dai suoi demoni più forti, tra cui una Lilith stranamente poco devota al suo capo...
Chi non rientra in questa carneficina angelica, è Jade/Amitiele, in quanto, ormai, non più angelo.
Michele(l'attore è Dwaine Stevenson):
Della discesa dell'arcangelo più forte, se n'è sentita immediatamente la potenza in tutto il purgatorio,
Michele è andato dritto per la sua strada, la sua missione divina, trovare e distruggere il male,
senza assolutamente scoprire cosa fosse successo a chi lo aveva preceduto, non era nei suoi compiti,
non era nei dettami datigli da dio.
In una delle sequenze iniziali, in effetti, si assiste ad un confronto tra personaggi, palesemente avversari,
sicuramente questa scena mostra lo scontro tra Michele e Satana, e palesa anche che vi è un facile vincitore,
dagli occhi completamente bianchi, tranne per le pupille nere, che ne conferiscono un aspetto inquietante.
All'attento osservatore qualcosa non sfuggirà di certo, fin da quella scena iniziale...
fatto sta, che nella percezione di ogni altro arcangelo, da quel momento, Michele scompare.
Gabriele, invece, a differenza del suo predecessore ultimo, nella sua
missione, devia dal dettame di dio di perseguire la vittoria sul male ed il suo annientamento, e si concentra nella ricerca dei suoi fratelli, e nella possibilità della loro salvezza.
Tutta la storia, tutta l'ambientazione è piena di poesia, di gesta ben poco possenti ed eroiche, ma molto introspettive e altamente drammatiche e filosofiche.
La stessa epicità non è pura, ideale, ma decadente, gotica, tendente al pessimismo, alla caduta, proprio come tema portante, al distacco dalla verità e dalla luce assoluta.
Le tinte sono promiscue, confuse, non c'è niente di nitido.
Gabriele, prima dello scontro finale con Satana, mostra a Jade/Amitiele la possibilità di un ritorno in paradiso, anche per lei.
I due vivono la loro breve storia d'amore, come già scritto sopra, anche quando tutti gli altri fratelli arcangeli sono stati distrutti, uccisi.
In questo momento del film, entrambi trovano conforto, l'uno nell'altra, e da questa situazione, nasce l'aggrapparsi di Gabriele ad un'ultima possibilità di redenzione, oltre che per la "sua" Jade, anche per se stesso, ormai sempre più lontano dalla luce, seppure ancora motivato, anche da essa.
Il momento migliore del film, è lo scontro finale ed inevitabile tra Gabnele e Satana.
Dove non è la lotta fisica, lo scontro reale ad essere determinante, ma quanto, i due si scambiano in frasi e parole.
Specie quando Satana rivela a Gabriele che egli è in realtà Michele stesso.
Quel Michele che nella sequenza iniziale del film, descritta sopra, in realtà uccide il vero Satana, e ne prende il posto.
Semplicemente perché, nel prepararsi ad affrontarlo, ha capito che avrebbe potuto sconfiggerlo solo, abbracciando per intero l'oscurità predominante del purgatorio e delle anime che ne fanno parte...
Michele si trasforma per cui nel nuovo Satana(per questo nell'originale si chiama Samaele, che è uno dei nomi angelici di Satana, effettivamente).
Lo scontro tra i due, è infarcito di frasi e concetti, considerazioni
filosofiche altissime, che bisogna attentamente ascoltare e seguire,
al di là dello scontro fisico, che vede abbastanza in vantaggio Michele,
c'è uno scontro-incontro verbale, di gran lunga più interessante e accattivante.
Michele sembrerebbe aver vinto, ha ucciso i suoi fratelli perché deboli per vivere in quel posto, come ormai erano, fallaci e sconfitti.
Non ha avuto ruolo nella caduta di Amitiele, sconfitta dal vero Satana, prima della sua venuta, e lo fa presente ad un Gabriele ancora incredulo e rabbioso contro di lui.
e...
riconoscendo in Gabriele, sempre ed ancora il suo fratello adorato, Michele gli propone il distacco definitivo da quella luce che li ha abbandonati, in quel luogo,
mandandoli a morire, o peggio, a perdersi nell'oscurità del peccato e della perdizione definitiva, proprio come un demone.
"Gli altri hanno fallito… impara da loro ma non seguirne i passi."
Michele raggiunge una consapevolezza ineguagliabile, quel posto è
inattaccabile dalla luce, quanto ormai anche dalle tenebre, che risiedono nella sua vittoria su di esse, e nella sua consapevolezza delle stesse(tenebre), per cui.
"La libertà... è l'abilità di sfidare te stesso ben oltre le costrizioni delle leggi tradizionali. Attingiamo forza dalle nostre passioni, siamo mossi dal desiderio... e anche l'odio può diventare un tuo prezioso alleato nella lotta ai tuoi nemici.
Eppure, ci viene imposto di rinunciare a queste cose...
emozioni, sentimenti... queste cose che ci rendono... umani."
Ma Michele, non può ignorare l'amore che nutre per Gabriele, e se non può portarlo a pensare e a guardare la sua stessa "visione", anche lui, seppur vincitore dello scontro fisico, è sconfitto.
Il suo ultimo gesto, infatti, è quello di ridare tutta la luce e la potenza angelica a Gabriele, facendolo rinascere, attingendo a quella sopita e sepolta in se stesso, per poi lasciarsi morire... ormai senza più alcuna forza.
Gabriele, in quel momento, attraverso quel gesto, quell'ultimo dono perfino inaspettato, comprende, a sua volta, e stavolta pienamente, la caduta.
L'abbandono, ed il devastante dolore per la perdita del fratello amato, reo, come tutti gli altri di aver intrapreso il volere di dio, finendo in un luogo che in un modo o nell'altro li ha tutti annientati, inevitabilmente,
gli fa capire probabilmente, che ormai, si è distaccato dalla luce, anch'egli, per ultimo, e definitivamente...
Si lascia cadere nel vuoto, e nel farlo recita le sue ultime parole rivolte al cielo...
"La caduta è l'ultima sensazione che un angelo avverte.
Una voce distante riecheggia nella mia testa... ma per la prima volta è la mia... perdonami!"